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Sono giunte diverse comunicazioni, da parte di alcuni genitori, in merito al Patto di Corresponsabilità educativa tra Scuola e Famiglia, o meglio, in merito alla non volontà di firmare tale patto, contestando, almeno in parte, le misure in esso contenute.
Correttamente si afferma che la mancata firma del Patto non sia un elemento pregiudiziale né all’iscrizione, né alla frequenza delle lezioni, né possa essere un mezzo con cui introdurre obblighi o imporre comportamenti alle famiglie e agli alunni.
Non lo è, infatti.
Quei comportamenti e quegli obblighi che sono stati riportati nell’addendum integrativo al Patto, infatti, sono la mera raccolta e illustrazione di tutte le misure di contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov-2 che sono state emanate altrove dai diversi soggetti coinvolti. In particolare:
Si pubblica l'orario delle lezioni della prossima settimana, da lunedì a venerdì.
Si pubblica l'orario delle lezioni della prossima settimana, da lunedì a venerdì.
E non era affatto scontato che ci si riuscisse, anche a causa degli ultimi provvedimenti della Regione Piemonte che hanno reso il tutto molto più complicato e burocratizzato.
Ma ce la faremo. Andiamo con ordine.
Si pubblica l'orario delle lezioni della prossima settimana, da martedì a venerdì.
Per favorire l’ingresso e l’uscita da scuola degli alunni, in modo da evitare assembramenti, sono stati individuati tre ingressi, corrispondenti alla scalinata principale (giallo), uscita d’emergenza lato Dora Baltea (rosso) e uscita d’emergenza lato pista di atletica (verde).
Siamo tutti consapevoli del ritardo con cui andiamo a pubblicare l’orario delle lezioni del prossimo lunedì 14 settembre, così come quello dei giorni successivi che verrà pubblicato domani. In un mondo ideale l’orario dovrebbe essere pubblicato con congruo anticipo ed essere sin da subito definitivo, in modo da consentire alle famiglie la pianificazione del trasporto a scuola dei propri figli.
Purtroppo non viviamo un mondo ideale.
L’epidemia da Covid-19 e la sospensione delle attività didattiche in presenza della scorsa primavera hanno costretto il mondo della scuola a utilizzare in modo massivo strumenti tecnologici che, fino a qualche settimana prima, erano usati con profitto solo da pochi.
L’uso della tecnologia, da solo, non qualifica, però, una didattica innovativa e quindi dovremo fare tesoro di tutti gli insegnamenti che abbiamo appreso con la sperimentazione della didattica a distanza – a proposito grazie per gli utili suggerimenti che ci avete fornito – per utilizzare, al meglio, la tecnologia al servizio della didattica.
Se è vero che riusciremo a garantire il metro di distanza tra gli studenti nelle aule del Liceo e quindi ad accogliere tutti in classe, tuttavia rimane la necessità di impedire gli assembramenti e garantire il distanziamento anche durante l’ingresso e l’uscita degli alunni. Per decidere come comportarci abbiamo utilizzato un software offerto dalla Fondazione Giovanni Agnelli (www.spazioallascuola.it) che ci ha permesso di inserire i dati delle nostre classi (n. di alunni, dimensioni, distanza dagli ingressi) e simulare i tempi di entrata ed uscita.
Tra sette giorni torneremo tutti in classe ed è quindi logico chiedersi se le misure che abbiamo cercato di implementare a scuola saranno sufficienti a permettere la ripartenza in sicurezza.
La risposta è che vi è una precondizione che deve essere soddisfatta affinché tutto questo sia possibile e cioè un rinnovato patto di collaborazione tra scuola e famiglia, che assicuri il rispetto delle norme di igiene e di distanziamento prescritte.
Quest’estate, mentre giravamo le aule dell’Istituto con il metro in mano, per cercare di capire se fosse possibile garantire, al netto del distanziamento, la presenza di tutti gli alunni in classe, un’immagine, che si ripeteva con costanza in ogni aula, ci ha colpiti profondamente: il calendario.
Era lì, aperto alla pagina di febbraio e non si era più mosso. Il tempo si è fermato quel 19 febbraio, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di carnevale e ultimo giorno prima che l’Italia venisse travolta, dopo nemmeno 24 ore, dallo tsunami del Covid-19.
Quando in Collegio dei Docenti abbiamo discusso di come ripartire, un messaggio è stato chiaro e condiviso da tutti: cercare di evitare di dividere le classi in gruppi che frequentavano in presenza e altri che seguivano a distanza.