Giovedì 30 aprile 2015, dalle 11 alle 14, il liceo Gramsci (tutte le classi quinte e le quarte C, L, P) avrà l’onore di ospitare lo scrittore Vasken Berberian per commemorare, assieme al Comune di Ivrea, il centenario del genocidio del popolo armeno (1915): il secondo, dopo quello degli Herero (Namibia) posto in essere nei primissimi anni del ‘900 dalla Germania guglielmina. La stessa Germania, peraltro, che, riutilizzando le sue pratiche eliminatorie appena sperimentate in Africa, pianificherà e collaborerà fattivamente con i Giovani Turchi nel massacro degli Armeni, consumato per lo più nel deserto della Siria. Per l’occasione, Berberian ripresenterà il suo romanzo Sotto un cielo indifferente, uscito nel 2013 per i tipi della Sperling & Kupfer: un’opera davvero sorprendente e avvincente, dedicata al destino subìto dalla popolazione armena in seguito a quel tragico macello, sia durante sia soprattutto subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando l’Armenia divenne una Repubblica sovietica.
Pur con il cuore appesantito dalla solita indolenza delle nostre società cosiddette ‘civili’ dinanzi all’attuale consumarsi dell’ennesimo esterminio, quello dei popoli africani, come pure di quelli mediorientali in fuga da guerre e da truculenti fanatismi religiosi, la giornata intende al contempo cogliere l’opportunità, assieme all’Anpi, per celebrare il 25 aprile, giorno in cui tutti gli Italiani, almeno in una unità e in una solidarietà ideali, festeggiano la loro liberazione dal nazifascismo. Una liberazione che, occorre ricordare agli smemorati e ribadire ai sordi, è stata ottenuta grazie al prezioso contributo dei Partigiani nella dura lotta di Resistenza. La quale, ha dichiarato in questi giorni il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, costituisce l’«evento centrale della nostra storia recente». Perché «la Resistenza, – ha sottolineato il nuovo capo dello Stato – prima che fatto politico, fu soprattutto rivolta morale».